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A 100 anni dalla nascita e a 30 dalla morte, Carlo Cassola è il primo della lista dei più dimenticati della letteratura italiana, anche più di Silone, di Pratolini, di Pavese, di Bassani, di Bianciardi, di Alvaro, di Vittorini, di Arpino, di Berto e altri ancora. Oggi è ingiustamente dimenticato ma quarant'anni fa Cassola è stato uno scrittore popolare che potrebbe ancora attrarre tanti lettori grazie all'intensità delle sue opere. Di fatto, egli è un autore antico, nell'accezione positiva del termine: i luoghi, le metafore, le tematiche, i personaggi, le atmosfere e ancora il tratto essenziale, la passione genuina, la tensione, la spiritualità, le scelte: tutto si fonde nel passato con sfumature oniriche. In Cassola è presente un corollario che dimostra come l'autore non abbia mai accettato condizionamenti stilistici né concettuali. Maestro della narrativa essenziale, artista anticonformista e controcorrente, pagò a caro prezzo questa sua scelta libera e fu isolato e dimenticato, già in vita, persino dai suoi stessi colleghi scrittori.